Graffiti
Graffiti, con La maschera e Gladis, dà vita alla trilogia, duecento racconti distribuiti su tre volumi. Insieme narrano l'uomo. Separatamente, ognuno tocca i desideri, i sogni, le paure, la follia umana e i giochi d'amore, fino a sfiorare l'assurdo e il piacere dell'impossibile.
Il titolo Graffiti, Racconti dell'impossibile e cronache di vita è tratto da un breve racconto, inno all'orgoglio e alla libertà ispirato dai neri tunnel della metropolitana. Graffiti è fatto di grigie parole e sogni nel sogno, di primo mattino e lettere anonime. In Graffiti ci sono la vedova e il collezionista, le cronache familiari e il bisogno urgente, la voglia di bambola, il Mago volante, apoteosi del viaggio astrale e Sira l'ebreo, il respiro della Luna, la casa delle termiti e il gallo africano, la pozione magica e la folla, la fiaccolata e la morte dei morti, il ladro e i debiti di gioco. C'è anche Bambolina e robot, thriller senza finale.
Racconti che svelano il potere e l'energia della parola.
Il titolo Graffiti, Racconti dell'impossibile e cronache di vita è tratto da un breve racconto, inno all'orgoglio e alla libertà ispirato dai neri tunnel della metropolitana. Graffiti è fatto di grigie parole e sogni nel sogno, di primo mattino e lettere anonime. In Graffiti ci sono la vedova e il collezionista, le cronache familiari e il bisogno urgente, la voglia di bambola, il Mago volante, apoteosi del viaggio astrale e Sira l'ebreo, il respiro della Luna, la casa delle termiti e il gallo africano, la pozione magica e la folla, la fiaccolata e la morte dei morti, il ladro e i debiti di gioco. C'è anche Bambolina e robot, thriller senza finale.
Racconti che svelano il potere e l'energia della parola.
Graffiti
Peter aveva perso. La sua ambizione di piazzarsi almeno secondo dietro il grande Feynes lo aveva trascinato di notte nelle gallerie della metropolitana con un pingue fardello di bombolette spray. Voleva realizzare il miracolo, il capolavoro dei suoi sogni che milioni di passeggeri della linea 7 ogni giorno avrebbero contemplato tra i bagliori dei treni. Chi lo frequentava, sapeva che la sua casa era un museo di foto e di immagini dei maestri americani e ungheresi appese e riprodotte in ogni angolo…. |
Memoria
Bossem non aveva perso la memoria, l’aveva sostituita con l’immaginazione e riempita con le sue fantasie. La sua non era una comune memoria del passato, era una memoria costruita: la memoria della sopravvivenza. Bossem ricordava solo ciò che si era ammassato nel corso degli ultimi anni e aveva annientato i fatti e le cose che inconsciamente continuano a vagare nella mente e nella coscienza di ciascuno di noi. Passava il tempo a osservare i suoi liquidi organici, i suoi escrementi o il suo vomito. Nulla lo emozionava più del contemplare il proprio corpo mentre emetteva umori naturali, qualunque essi fossero…. |
Hotel Tirana
Quando al risveglio riapri gli occhi nella penombra del mattino e all’improvviso ti zampetta sulle tempie liberatosi dalle sopracciglia e un corpo leggero ti solletica e struscia e il tuo schiaffo lo colpisce viscido e duro, tremi e sobbalzi: è il momento peggiore. I suoi compagni si agitano qua e là e scorrazzano e si rincorrono sotto il cuscino, si annidano tra i capelli e una lunga fila disordinata tenta la scalata della polvere sul paralume del comodino. Lo sanno tutti. Gli alberghi a Tirana sono popolati di scarafaggi. Nessuno si lamenta, sono inclusi nel conto…. |