SHOAH 2011 - 2016
Giornata della Memoria 2011
Discorso di presentazione in occasione della cerimonia per dedicare una sala del Comune di Ponte San Pietro (BG) a un’ebrea locale dei Giusti delle Nazioni.
Oggi è Sabato, Shabbat, giorno tenuto in somma devozione, più di ogni festa.
Nel ghetto di Venezia la vigilia un trombettiere e un tamburino segnavano la chiusura delle botteghe e i poveri bussavano alle porte per ricevere l’elemosina.
Nelle case le donne, custodi del santuario casalingo, accendevano i lumi, diversi da quelli feriali, e apparecchiavano la tavola con tovaglia bianca e pane, ricoperto da un’altra tovaglia lunga e stretta, in ricordo della rugiada sulla manna. Gli uomini si lavavano mani e viso, cambiavano la camicia e, prima o dopo la cena, si recavano al Tempio per la preghiera pubblica e la lettura dei Salmi. All’uscita i padri benedicevano i figli e i Maestri i discepoli e si scambiavano l’augurio di buon Shabbat. Secondo la credenza gli uomini erano accompagnati da due angeli, uno del Bene e uno del Male.
Al mattino del Sabato: canti, preghiere nel Tempio, lettura dei Profeti da parte di un giovanetto, per esercitarlo e benedizione agli assistenti e ai Governanti.
Lungo la giornata, fino al vespro, all’apparire delle prime tre stelle, preghiere, letture e prediche. La sera, si spengono le luci del Sabato e si accende il lume della settimana, ognuno prende in mano una tazza di vino, si prega e il capofamiglia legge i profeti e augura buoni auspici per la nuova settimana. Secondo una credenza durante il Sabato anche le anime degli ebrei che ardono all’inferno si riposano e tornano poi a soffrire le loro pene. [Beato chi muore di Venerdì sera…]Questi rituali e tradizioni furono quasi totalmente sconosciuti agli italiani, fino al 20 settembre 1870, “nazionalizzazione degli ebrei” immediatamente dopo l’unità d’Italia, quando il portone dell’ultimo ghetto fu abbattuto, sopprimendo quelle barriere che per secoli avevano creato segregazione coatta e incomunicabilità.
Stamane questa sala è stata dedicata a un’ebrea di P.S.P. un’ebrea dei Giusti delle Nazioni. A Gerusalemme il museo Yad Vashem contiene il Giardino dei Giusti […concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome ... darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato... Isaia, 52] con 468 nomi di italiani – Perlasca, commerciante di Padova e Palatucci, questore di Fiume -. La sala è stata dedicata per non dimenticare… Non dimenticare che cosa? È stata dedicata per ricordare, celebrare…Non basta ricordare e celebrare… Da domani e per 364 giorni chi parlerà più degli ebrei? Chi sono? Dove sono? Bisogna pensare, riflettere, capire… Per combattere un male estremo non basta contare solo sugli eroi. L’era degli Eroi, dei Giusti che hanno compiuto atti di bontà e possono testimoniarli personalmente va scomparendo.
Bisogna allora contare sulle persone comuni, su donne e uomini che riflettono, studiano e cercano di capire l’ebreo, cercano di conoscerlo, entrano nella diversità del suo mondo, delle sue usanze, rituali, abitudini, spiritualità.
È un esercizio difficile, nobile e crudele. L’esercizio che gli 8 allievi del corso di Scrittura Creativa hanno cercato di fare.. qualcuno vi ha rinunciato.
Ognuno si è immedesimato in un ebreo…ognuno ha scritto e ci racconta…
Nel 1985, a Parigi, Claude Lanzmann presenta il suo film Shoah, 10 anni di lavoro, 350 ore di registrazione, 10 ore di proiezione.
Nella prima scena del film un’immagine di pace conquista lo spettatore: Simon Srebnik, tredicenne del ghetto polacco di Lodz, che ogni mattina attraversa il villaggio di Chelmno. Struscia i piedi incatenati e ogni settimana attraversa in barca il fiume Ner, per andare a dare da mangiare agli animali allevati per le SS.
Nella mia memoria c’è una casetta bianca,
non passa notte che non sogni quella casetta bianca…
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Discorso di presentazione in occasione della cerimonia per dedicare una sala del Comune di Ponte San Pietro (BG) a un’ebrea locale dei Giusti delle Nazioni.
Oggi è Sabato, Shabbat, giorno tenuto in somma devozione, più di ogni festa.
Nel ghetto di Venezia la vigilia un trombettiere e un tamburino segnavano la chiusura delle botteghe e i poveri bussavano alle porte per ricevere l’elemosina.
Nelle case le donne, custodi del santuario casalingo, accendevano i lumi, diversi da quelli feriali, e apparecchiavano la tavola con tovaglia bianca e pane, ricoperto da un’altra tovaglia lunga e stretta, in ricordo della rugiada sulla manna. Gli uomini si lavavano mani e viso, cambiavano la camicia e, prima o dopo la cena, si recavano al Tempio per la preghiera pubblica e la lettura dei Salmi. All’uscita i padri benedicevano i figli e i Maestri i discepoli e si scambiavano l’augurio di buon Shabbat. Secondo la credenza gli uomini erano accompagnati da due angeli, uno del Bene e uno del Male.
Al mattino del Sabato: canti, preghiere nel Tempio, lettura dei Profeti da parte di un giovanetto, per esercitarlo e benedizione agli assistenti e ai Governanti.
Lungo la giornata, fino al vespro, all’apparire delle prime tre stelle, preghiere, letture e prediche. La sera, si spengono le luci del Sabato e si accende il lume della settimana, ognuno prende in mano una tazza di vino, si prega e il capofamiglia legge i profeti e augura buoni auspici per la nuova settimana. Secondo una credenza durante il Sabato anche le anime degli ebrei che ardono all’inferno si riposano e tornano poi a soffrire le loro pene. [Beato chi muore di Venerdì sera…]Questi rituali e tradizioni furono quasi totalmente sconosciuti agli italiani, fino al 20 settembre 1870, “nazionalizzazione degli ebrei” immediatamente dopo l’unità d’Italia, quando il portone dell’ultimo ghetto fu abbattuto, sopprimendo quelle barriere che per secoli avevano creato segregazione coatta e incomunicabilità.
Stamane questa sala è stata dedicata a un’ebrea di P.S.P. un’ebrea dei Giusti delle Nazioni. A Gerusalemme il museo Yad Vashem contiene il Giardino dei Giusti […concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome ... darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato... Isaia, 52] con 468 nomi di italiani – Perlasca, commerciante di Padova e Palatucci, questore di Fiume -. La sala è stata dedicata per non dimenticare… Non dimenticare che cosa? È stata dedicata per ricordare, celebrare…Non basta ricordare e celebrare… Da domani e per 364 giorni chi parlerà più degli ebrei? Chi sono? Dove sono? Bisogna pensare, riflettere, capire… Per combattere un male estremo non basta contare solo sugli eroi. L’era degli Eroi, dei Giusti che hanno compiuto atti di bontà e possono testimoniarli personalmente va scomparendo.
Bisogna allora contare sulle persone comuni, su donne e uomini che riflettono, studiano e cercano di capire l’ebreo, cercano di conoscerlo, entrano nella diversità del suo mondo, delle sue usanze, rituali, abitudini, spiritualità.
È un esercizio difficile, nobile e crudele. L’esercizio che gli 8 allievi del corso di Scrittura Creativa hanno cercato di fare.. qualcuno vi ha rinunciato.
Ognuno si è immedesimato in un ebreo…ognuno ha scritto e ci racconta…
Nel 1985, a Parigi, Claude Lanzmann presenta il suo film Shoah, 10 anni di lavoro, 350 ore di registrazione, 10 ore di proiezione.
Nella prima scena del film un’immagine di pace conquista lo spettatore: Simon Srebnik, tredicenne del ghetto polacco di Lodz, che ogni mattina attraversa il villaggio di Chelmno. Struscia i piedi incatenati e ogni settimana attraversa in barca il fiume Ner, per andare a dare da mangiare agli animali allevati per le SS.
Nella mia memoria c’è una casetta bianca,
non passa notte che non sogni quella casetta bianca…
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Giornata della Memoria 2012
Commento
Prima dell'introduzione e lettura di due racconti, con accompagnamento musicale
Il 27.1.1945 i soldati dell’Armata Rossa entrano ad Auschwitz.
Si riprendono la Polonia invasa [a tradimento] da Hitler.
Liberano i prigionieri politici russi che sopravvivono ai KL.
Liberano politici, anarchici, vagabondi, mendicanti, criminali, zingari, Rom, religiosi, Testimoni di Geova, omosessuali.
Perché condannarli? Inquinavano la società.
Liberano gli ebrei. Perché gli ebrei? Inquinavano più degli altri. Quanti erano in Europa nel 1933…? Quanti in Italia? 48.000, deportati 7.500, sopravvissuti 800. Quanti sono oggi in Italia…?
Gli ebrei…Conoscete un ebreo? Gli avete parlato? Mai visto un ebreo, sfiorato, mangiato con lui? …
Stasera parliamo del nostro silenzio… Più di 60 anni dopo Wannsee [1942] il mondo si è risvegliato e ha iniziato a parlare di ebrei, ogni tanto, una volta all’anno… nella Giornata della Memoria, nei Comuni, nei teatri, sui giornali di tutto il mondo…
Anche a Ponte S.Pietro. se ne parla e a Bergamo e nell’Isola…
Per rompere questo silenzio, stasera 8 giovani con un concerto, ricordano gli ebrei attraverso la voce della musica e della parola…
Mi unisco a loro, per ricordare gli ebrei con la voce della parola.
Io non c’ero nei campi, non ho visto, non ricordo…ho incontrato e parlato e ascoltato i racconti di quei pochi che c’erano e che sanno e ho visto documenti, foto, filmati, ho girato i musei, ho cercato negli archivi, ho letto, ho raccolto pensieri e parole…
Non ho visto… sono cieco, emotivamente cieco. Per questo ho scritto, ho costruito alcune storie, con la voce della parola…
Ho scritto e scrivo per la stessa ragione per cui alcune persone credono nel Signore, per dare un senso alla vita, non per hobby: per il bisogno di dare ordine alle mie cose e ai miei pensieri…
Chiudo gli occhi… Mi unisco ai corpi sotterrati ancora vivi nelle fucilazioni delle marce della morte, dopo la fuga dal campo di Buchenwald... lettura di KZ
Chiudo gli occhi e mi unisco agli esseri viventi che erano nei campi… lettura di SOPRAVVISSUTA
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Si riprendono la Polonia invasa [a tradimento] da Hitler.
Liberano i prigionieri politici russi che sopravvivono ai KL.
Liberano politici, anarchici, vagabondi, mendicanti, criminali, zingari, Rom, religiosi, Testimoni di Geova, omosessuali.
Perché condannarli? Inquinavano la società.
Liberano gli ebrei. Perché gli ebrei? Inquinavano più degli altri. Quanti erano in Europa nel 1933…? Quanti in Italia? 48.000, deportati 7.500, sopravvissuti 800. Quanti sono oggi in Italia…?
Gli ebrei…Conoscete un ebreo? Gli avete parlato? Mai visto un ebreo, sfiorato, mangiato con lui? …
Stasera parliamo del nostro silenzio… Più di 60 anni dopo Wannsee [1942] il mondo si è risvegliato e ha iniziato a parlare di ebrei, ogni tanto, una volta all’anno… nella Giornata della Memoria, nei Comuni, nei teatri, sui giornali di tutto il mondo…
Anche a Ponte S.Pietro. se ne parla e a Bergamo e nell’Isola…
Per rompere questo silenzio, stasera 8 giovani con un concerto, ricordano gli ebrei attraverso la voce della musica e della parola…
Mi unisco a loro, per ricordare gli ebrei con la voce della parola.
Io non c’ero nei campi, non ho visto, non ricordo…ho incontrato e parlato e ascoltato i racconti di quei pochi che c’erano e che sanno e ho visto documenti, foto, filmati, ho girato i musei, ho cercato negli archivi, ho letto, ho raccolto pensieri e parole…
Non ho visto… sono cieco, emotivamente cieco. Per questo ho scritto, ho costruito alcune storie, con la voce della parola…
Ho scritto e scrivo per la stessa ragione per cui alcune persone credono nel Signore, per dare un senso alla vita, non per hobby: per il bisogno di dare ordine alle mie cose e ai miei pensieri…
Chiudo gli occhi… Mi unisco ai corpi sotterrati ancora vivi nelle fucilazioni delle marce della morte, dopo la fuga dal campo di Buchenwald... lettura di KZ
Chiudo gli occhi e mi unisco agli esseri viventi che erano nei campi… lettura di SOPRAVVISSUTA
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Giornata della Memoria 2015
Presentazione di diapositive con durata 45 minuti,
con intervalli e commenti musicali sul tema:
Nazisti, musulmani e genocidi degli ebrei
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Presentazione di diapositive con durata 45 minuti,
con intervalli e commenti musicali sul tema:
Nazisti, musulmani e genocidi degli ebrei
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Giornata della Memoria 2016
Interventi a Brembate di Sopra, Ponte San Pietro e Novara
Interventi a Brembate di Sopra, Ponte San Pietro e Novara
La cattura di Eichmann
Programma dell’intervento:
Foto e immagini d’archivio inedite e di particolare rilievo.
Presentazione di una mappa di grandezza reale del progetto di sterminio firmata da Eichmann.
Commento di una raccolta personale di documenti dal Museo dell’Olocausto e dal museo della Documentazione di Parigi.
Sono previste alcune letture in duetto tra la lettrice e l’oratore.
Sono previsti 5/6 brevi intermezzi musicali con tipiche musiche ebraiche, ciascuno di durata massima tre minuti.
È previsto un intervento canoro di una soprano, eseguito in assolo e in lingua ebraica.
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Programma dell’intervento:
- Il profilo di Eichmann
- La carriera militare e le mansioni
- Il ruolo alla conferenza di Wannsee (La soluzione finale)
- Il progetto globale: espropriazione, concentrazione, deportazione e sterminio
- I campi e il controllo
- Gli alleati e la liberazione
- La fuga in America latina
- I cacciatori di SS: A. Wiesenthal
- I travestimenti e gli errori
- La cattura da parte del Mossad (Servizi Segreti Israeliani)
- Il processo
- Le testimonianze
- La condanna e l’impiccagione.
Foto e immagini d’archivio inedite e di particolare rilievo.
Presentazione di una mappa di grandezza reale del progetto di sterminio firmata da Eichmann.
Commento di una raccolta personale di documenti dal Museo dell’Olocausto e dal museo della Documentazione di Parigi.
Sono previste alcune letture in duetto tra la lettrice e l’oratore.
Sono previsti 5/6 brevi intermezzi musicali con tipiche musiche ebraiche, ciascuno di durata massima tre minuti.
È previsto un intervento canoro di una soprano, eseguito in assolo e in lingua ebraica.
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